sabato 26 luglio 2008

Dove si parla ancora di venti, spifferi e correnti

In tantissimi avete risposto privatamente al mio messaggio sull'eolico. Avrei preferito lo faceste sul blog, così la discussione avrebbe arricchito tutti.
In ogni caso, e giusto per dissipare qualche dubbio (alcuni mi accusano di preferire il termoelettrico o il nucleare - contro quest'ultimo, firmate su: http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/ e su http://www.energiaperilfuturo.it/ -, altri di essermi scelto pessimi compagni di strada: no, viaggio solo), per maggior comprensione, e per chi abbia voglia di leggere, sotto trovate alcune risposte a messaggi pervenutimi (messaggi che non pubblico, ovviamente, per ragioni di privacy).
Perdonate se, talvolta, il tono appaia sarcastico o aggressivo, ma si trattava, per così dire, vi assicuro, di "legittima difesa". E perdonate qualche omissis, ma ho dovuto adattare un testo che non è nato per essere pubblico.


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Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante non ne sogni la tua filosofia.
AMLETO

Caro .......,

la realtà è complessa, e non sempre ciò che ci appare bianco lo è fino in fondo. E viceversa. Può essere benissimo che le nostre idee coincidano, più di quanto non sembri da questo nostro scambio. Visto che entrambi vorremmo un mondo più giusto e meno inquinato.
Ma le cose non si devono mai semplificare troppo.
Per come sembri metterla tu, sarei anch'io probabilmente felice di scambiare tanti Megawatt prodotti da fonte fossile con tanti Megawatt prodotti da eolico, pur con tutte le controindicazioni che, tuo malgrado, ci sono, che ti ho elencato nella precedente mail, e che hai bollato ricorrendo ai tuoi francesismi. Tieni conto che sono frutto di settimane di ricerca da parte mia, e provengono da fonti sicuramente attendibili; o, se vuoi, da anni di studio da parte di altri "ingegneri ....." o esperti di varia natura. Insomma: lo dico io ma non lo dico solo io.
Poi mi potrai anche raccontare che torri alte 150 metri si posino sul terreno senza fondamenta. O che le cicogne di Pabillonis adorino il calduccio della "navicella" (per correre miglior acque alza le vele ormai la navicella del mio ingegno), che, a tuo dire, si trasformerebbe in un'arca di Noé ("aumentano tutte le specie"); e non si sfracellino contro le pale. Tu sarai pure del settore, ma la LIPU, ch'è del settore quasi quanto te, sembra pensarla diversamente (http://www.lipucapitanata.it/ ; ci sono una serie di documenti sull'argomento che varrà la pena leggersi: http://www.lipucapitanata.it/areadownload.htm).
E anche Italia Nostra, gli Amici della Terra, ...
Quanto poi al "fluido in uscita", sarà anche impoverito di energia, visto che in larga parte se la pigliano le pale, a ciò servono, ma il vento, in natura, evidentemente si comporta diversamente dalle torri eoliche: lui soffia, e l'erba cresce (da sempre); le pale girano (da qualche anno), e (intorno) l'erba non cresce più. E l'area di "deserto" si estende col tempo: vai a vedere.
Poi sembri dire che le strade siano più dannose ("cani gatti volpi serpenti ricci e tanti altri piccoli animali finiscono uccisi") delle pale.
E' probabile. Anche spararsi pistolettate nei fianchi o darsi martellate sulle ginocchia è, per certi versi, più dannoso. Ma non c'entra nulla. Non è che massacrando un po' di merli in più con le pale, risparmi la vita ai ricci sull'asfalto!
Se potessi scegliere, sceglierei una pala in più e una strada in meno. Se potessi scegliere, sceglierei una pala in più e una ciminiera in meno. Se potessi scegliere, la pala la metterei in una zona già degradata. Se potessi scegliere, produrrei solo l'energia che serve.
Siccome non posso scegliere; siccome mi impongono una pala in più, una strada in più e una ciminiera in più, allora, come Bartleby: preferirei di no.
E non è tutto fermo, come dici. Tutti i vincoli, giustissimi, posti da Soru, sono stati demoliti a colpi di sentenze del Tar: hanno ripreso ad erigere torri dappertutto. Se vai a leggerti i dossier nazionali, che non sono aggiornati, vedrai che la situazione sarda è descritta come una delle migliori nel panorama desolante del Meridione, grazie al blocco di Soru. Il resto del Sud sta pure peggio.
Stava, pure peggio.
Ma, tornando a noi, potrei pure sopportare, insieme a te, le torri eoliche, che sono "area industriale" nonostante a te possano apparire come una distesa di violette, se queste facessero davvero diminuire, per esempio, il carbone, il petrolio, l'olio combustibile...
Non è così. Ci dobbiamo tenere gli sfasci, le malattie, gli inquinamenti, dovuti alla combustione delle fonti fossili, ed anzi vederli crescere, e gli sfasci dell'eolico. Semplicemente, perché non c'è un piano energetico, che pianifichi la diminuzione dell'uno a favore dell'altro.
E se ci fosse non lo farebbe. Tutto è lasciato a meccanismi economicistici e speculativi. Serve energia (e se non serve la si produce comunque, per venderla), e si raddoppia il carbone, a Porto Torres e Portovesme (leggiti il Pears). Si devono evitare le sanzioni europee su "Kyoto", e si inventano i "certificati verdi". Ma di limitare effettivamente le emissioni in atmosfera, per dirla coi Latini, non ne ..... niente a nessuno. Tant'è che aumentano.
E nel momento in cui tu ti metti a parlare di soldi ("DINAI!!!!") stai cadendo nella loro trappola. Ti dirò di più: in questo concetto sta tutta la crisi della Sinistra. La Sinistra è morta il giorno in cui ha anteposto SU DINAI alle idee; quando ha cominciato a ragionare in termini di "mi conviene" piuttosto che in termini di "è giusto".
"Su dinai" c'è, perché col meccanismo dei "certificati verdi" l'eolico fa arricchire oltre il lecito (a spese della collettività: siamo noi che paghiamo) gli speculatori (e tutto un sottobosco di "facilitatori": si legga l'inchiesta de L'Espresso). E se, senza un intervento equilibrato ed equilibrante, un controllo pubblico pianificatore, lo dai in mano a chi ragiona in termini di "mi conviene" (come anche tu dimostri di stare facendo), inneschi quel meccanismo speculativo, talvolta criminale, che se ne impipa dell'ambiente e del bene comune. E arrivi allo sfascio. Appunto.
Tornando alle questioni tecniche, la Sardegna essendo un'isola, ha maggiori problemi della Spagna (che peraltro, negli ultimi anni, ha visto raddoppiare le emissioni di CO2: nonostante l'eolico? grazie all'eolico?) a "diluire" nella rete le discontinuità dell'eolico, a meno che, non si preveda, e si sta prevedendo, l'aumento della portata e del numero dei cavi sottomarini che ci collegano alla Corsica e al Continente.
Ma questo significa altre devastazioni, altra dissipazione di risorse (economiche, energetiche, ambientali), altri inquinamenti in materiali, pose, manutenzioni. Ma questo significa adottare un'ottica "di mercato", significa "interconnetterci" per esportare energia, significa cercare di produrne sempre più. Sporca o pulita che sia. E non lo lasciano decidere a te.
La regoletta, facile facile, come per le mele o il cocomero, deve essere quella della "filiera corta", quindi dell'autoproduzione. La Sardegna, come tutti, deve tendere a produrre l'energia che le serve (non parliamo del GALSI... quanta altra distruzione!), o i carciofi che consuma, o a smaltire (riciclare) i rifiuti che produce. Se invece si vuole produrre energia da vendere altrove, o importare rifiuti da bruciare qui (Soru, ............., per darsi un tono stoppa l'eolico perché "è brutto" ma vuol costruire inceneritori... che non servono, tantopiù se, come si spera differenziata e riciclaggio aumenteranno; e sono dannosissimi), solo perché "ci conviene", allora diventa facile dimenticare che bruciare rifiuti fa male, produrre energia, anche eolica, fa male.
Dovremmo produrre, e non per farci business, e nella maniera più pulita, meno "impattante" possibile, solo quello di cui abbiamo bisogno, consapevoli che tutto ha un costo, anche in termini ambientali e paesaggistici.
Quindi, ben vengano i pannelli in casa o l'elica in casa. Ma sei tu, a produrre per te. E non l'industriale a distruggere il tuo paesaggio e a lucrarci sopra. Capisci qual è la differenza?
Sicuramente la Sardegna è un ottimo laboratorio, ...... , per studiare l'energia del sole, e rendere più efficienti i sistemi di sfruttamento. Certo, che non vorremmo chilometri e chilometri quadrati di impianti solari industriali! Ma una maggiore diffusione di pannelli "domestici" per autoproduzione, sì; ma coprire i tetti delle case o dei capannoni industriali con pannelli sempre meno "impattanti", sì (pur consapevoli che nemmeno il solare è privo di controindicazioni, naturalmente).
E una relativa proporzionale diminuzione delle fonti inquinanti, però! E' qui che "il sistema" non ci sente! Perché pensano ai soldi, mica alla salute! E se scoprono che da una cosa buona possono spremere milioni, può capitare che quella cosa la facciano. Ma insieme ne fanno cento cattive.
Ma anche quella buona, facendola per interesse, finiscono, in un modo o nell'altro, per rovinarla.
Quando il comportamento virtuoso, ammesso che sia in questo caso ma non è, si vuole intendere come variabile dipendente della speculazione economica e finanziaria, il primo si perde per strada ogni volta che confligga con la seconda.
Ogni volta.
E non esistono soluzioni miracolistiche, non esistono scorciatoie. Non avremo mai botte piena e moglie ubriaca, botte piena e marito sobrio. Tantomeno lasciando decidere agli speculatori cosa sia meglio.
L'eolico non ci salverà. Dormi tranquillo.
La strada migliore è sempre quella del risparmio, della riduzione dei consumi, della sobrietà, della cura del territorio. Per noi e per chi verrà.
Gli spazi per un miglioramento in questa direzione sono enormi. Quanto le forze necessarie a realizzarlo.
Per questo varrebbe la pena di spendersi. Non per appestare il paesaggio o la gente.
L'energia migliore è sempre quella che non c'è bisogno di produrre.



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Per ovvie ragioni in questi giorni sto ricevendo centinaia di mail, e non ce la faccio a rispondere a tutte con la sufficiente attenzione... Cercherò di pubblicare sul blog (http://asinobenjamin.blogspot.com/) le mie considerazioni.
Mi limito a farti notare alcune cose.
1) Non mi interessa gareggiare a chi è più sardo.
2) Buon per te se non emetti CO2; io, per quanto mi è possibile, mi muovo sempre in bicicletta, riciclo al 90-95% i rifiuti (negli ultimi quattro mesi, lo sto monitorando, non ho depositato niente nei contenitori per la raccolta... anche perché bado a non produrne), e ho consumi irrisori di acqua ed elettricità... ma non stiamo parlando di questo, e anche qui non mi interessa gareggiare.
3) Non ho problemi ad ammettere che, se lo vogliamo chiamare così, l'impatto strettamente ambientale dell'eolico sia inferiore a quello di carbone, gas o petrolio... ma un impatto c'è: estetico\simbolico\paesaggistico, ambientale (anche se minore, si diceva), economico (scippo del vento, o mancato introito, fai tu)... e sommando queste cose al fatto che per ragioni tecniche (accettazione limitata per fonti intermittenti) e politico\culturali (colpevolmente non c'è consapevolezza nel mondo politico ma nemmeno tra la popolazione, tenuta volutamente nell'ignoranza, dei danni ambientali; tutto è lasciato alle regole del mercato; importa solo far soldi; non c'è nessun piano energetico che promuova le "rinnovabili" AL POSTO delle "fossili") l'eolico non sostituisce, né può sostituire, le altre fonti ma si somma ad esse (e solo nella misura in cui venga superincentivato, si presti a speculazioni, garantisca utili astronomici)... ovvero, avremo i danni dell'uno e dell'altro... fermo restando che combatto e combatterò anche l'altro (fossile, nucleare, ... E ti prometto altrettanto livore), continuerò ad avversare l'eolico: per avere percentuali di riduzione dei gas serra (teorica, perché di fatto aumentano: guarda la Spagna, che si è votata all'eolico e ha raddoppiato le emissioni) dell'ordine dell'1-2%, devo distruggere tutto il paesaggio?
4) "Posto che vogliamo spostarci in auto...". No! Posto un piffero! E' qui che casca l'asino! Non dobbiamo spostarci, non dobbiamo consumare, non dobbiamo inquinare! Dobbiamo modificare gli "stili di vita". La chiave è tutta qui. Io voglio un mondo diverso. Tu lo vuoi uguale, ma che inquini meno.
5) Sinceramente, della Newcastle italiana, me ne .......! Non credo che lì si morisse o si muoia di meno.
6) "L'eolico va fatto dove c'è vento, integrato con il paesaggio, fuori dalle aree naturalistiche protette, fuori dalle aree turistiche sensibili, fuori dalle aree di pregio..." Ecco, l'hai detto tu! Aggiungici: senza saccheggiare le pubbliche casse, senza favorire la speculazione, e, nel caso, distribuendo gli utili alle popolazioni che ne subiscano l'impatto, all'interno di un piano energetico che ne preveda l'effettiva utilizzabilità, e simmetriche riduzioni dell'utilizzo di fonti inquinanti, e di un piano ambientale che valuti attentamente i danni... ed io e tu andiamo d'accordo! Siccome niente di tutto questo avviene, né quanto dici tu, né quanto aggiungo io, chi pecca d'incoerenza, o, se preferisci, d'ingenuità, mi sa, non sono io.


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Grazie, per la condivisione e la vicinanza... in tutti i sensi: anch'io ho cominciato a rendermi conto dei "guasti" dell'eolico osservando il "parco" che cominciava a nascermi davanti casa.
Puoi "riportare" ovunque le mie osservazioni, ed anzi ne sarò felicissimo, ma non chiedermi di farlo io, perché già mi risulta difficile seguire il modestissimo blog che ho appena creato (http://asinobenjamin.blogspot.com/), o rispondere alle decine di messaggi che mi stanno arrivando.
Tu dici: "è un fatto che divoriamo sempre più energia e che nei nostri paesi non sempre si adottano politiche di risparmio energetico", ed hai focalizzato perfettamente il problema. Su questo fronte dobbiamo lavorare.
Non si adottano politiche di risparmio energetico, le uniche che consentirebbero di dimezzare, o forse più, sperpero di risorse, emissioni e inquinamenti (ed anche guerre ed ingiustizie planetarie), semplicemente perché sarebbe l'unica soluzione (e l'unica efficace) che non permette a lorsignori di riempirsi le tasche. Su tutte le altre sono possibilisti (nucleare, carbone, gas, petrolio, "rinnovabili"), purché ci possano speculare sopra.
E questo si lega all'altra tua affermazione ("è un fatto che divoriamo sempre più energia "): ne divoriamo sempre più perché siamo vittime e carnefici insieme di un modello "culturale" assassino e suicida, di una mutazione antropologica che ci porta dritti dritti all'annientamento del Pianeta.
Serve una "rivoluzione" culturale, una presa di coscienza collettiva.
Professare e seguire la religione laica della sobrietà, della "decrescita", e, però anche, della "redistribuzione" (siamo troppo ricchi, come occidentali rispetto al resto del mondo... ed anche tra di noi, e sempre più, il divario tra ricchi e poveri cresce... e sarebbe ingeneroso chiedere decrescita a chi non è mai cresciuto: quindi, decrescita e redistribuzione equa devono procedere insieme)...
Da posizioni ambientaliste, difendendo l'eolico, mi scrivono: ti preoccupi di salvare i soprammobili (il paesaggio) quando la casa tutta brucia (tracollo climatico ambientale del Pianeta).
Rispondo: volete spegnere l'incendio con un ditale pieno d'acqua (eolico), e, per giunta, dandolo in mano agli incendiari (speculatori, multinazionali), quando sarebbe infinitamente più proficuo chiudere il gas (ridurre drasticamente i consumi).


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Non sarei così ottimista... Secondo me siamo ancor più minoritari (e me lo dimostrano le decine di messaggi che mi stanno arrivando) perché andiamo a toccare uno dei miti della Sinistra... Quello delle "energie rinnovabili"... Buona parte della società (Sinistra integrata, critica, antagonista, comprese) crede che possiamo continuare a fare la vita che facciamo (viaggiando, spendendo e spandendo, riscaldandoci, raffreddandoci, illuminandoci, a dismisura) semplicemente lavandoci la coscienza con un po' di energia pulita... quindi imbestialisce quando fai notare che pulita pulita non è, e che l'unica soluzione sarebbe quella di muoverci meno, consumare meno, e rinunciare ad un sacco di cose (che per alcuni di noi, grazie ad una religiosa ginnastica laica, son divenute superflue, ma che buona parte delle persone, tralasciamo ora ogni discorso sui condizionamenti "culturali", considera fondamentali: guai, a togliere il "viaggiare" dall'immaginario collettivo sinistrese! Ed io invece voglio cominciare anche una battaglia contro i voli "low cost", contro il traffico aereo e gli aeroporti: www.coipiediperterra.org).

Sì, per ragioni secondo me puramente estetiche (non tengo in gran conto l'ambientalismo di Soru) la politica regionale, sull'eolico, sembrava improntata al buon senso. Purtroppo però, il meglio che si possa dire di Soru è che sia un pasticcione presuntoso, e che riesce sempre a farsi bocciare, in un modo o nell'altro, le poche cose buone che gli vengono in testa. Un'altra tesi, non mia, meno benevola, che si fa strada, è che, per ragioni di consenso, voglia sempre dare un colpo al cerchio (ambiente, PPR, tasse sul lusso... ), deboluccio, improbabile, zoppo, ed uno alla botte (quasi stimolando, provocando, col proprio dilettantismo vero o fasullo, altri a darlo: TAR, Corte Costituzionale... , compagni e avversari politici... ), molto più forte, e in senso contrario.

Grazie, grazie comunque per la condivisione e la diffusione.

Il blog c'è già, puoi lasciare le tue considerazioni, se vuoi: http://asinobenjamin.blogspot.com/


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Cosa si intende per paventare? E' vero o non è vero che il Soru aveva bloccato le installazioni eoliche? E' vero o non è vero che una serie di sentenze del TAR, e di norme regionali successive, "per autotutela", a seguito dei ricorsi, hanno dato la stura ad un'infinità di progetti ("tanto che persino 'risulta abrogata la disposizione del Piano Paesaggistico che sancisce il divieto della realizzazione di impianti eolici negli ambiti di paesaggio costieri', TAR Sardegna, aprile 2008)"?
Chi decide quali problemi siano veri e quali fasulli o inesistenti?
Che mi dici di quella che chiameremmo "tecnificazione del paesaggio"?
E' vero o non è vero che di fatto, localmente e globalmente, non un chilo di carbone in meno, ma tanti di più, vengono bruciati, nonostante l'eolico? e se non serve a ridurre le emissioni a cosa serve?
E' vero o non è vero che dovremmo (dovremo) sopportare gli sfasci dell'uno e degli altri?
E' vero o non è vero che avremo più petrolio, più metano, più eolico, più cavi sottomarini, più emissioni...(semplicemente perché non lo lasciano decidere né a me né a te)?
Potremmo parlarne quanto vuoi, ma non cambierebbe granché. Tu sei convinto che quei minimi (ed io aggiungo, trascurabili, e del tutto ipotetici, ed usati strumentalmente, come paravento al business e alla speculazione) miglioramenti ambientali valgano ulteriori ferite inferte al territorio... ed io no.
Lo so che non è colpa dell'eolico in sé. E' colpa dell'uso (o abuso) che se ne fa. E' colpa della cultura sviluppista.
Ma il risultato è quello.


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Paradossalmente ci sono più vicine le persone comuni che vedono senza occhiali ideologici la ferita aperta nel territorio\paesaggio da questi "mostri a vento"... e hanno maturato quel benefico disincanto verso le soluzioni che piovono dall'alto... Che non le tante persone "ambientaliste" o "di sinistra" ma, consciamente o inconsciamente, intimamente sviluppiste... che non riescono ad andare oltre l'aspetto tecnico del "l'eolico non emette CO2"... , del "bisogna produrre più energia", del "ci dobbiamo muovere sempre più"...
L'eolico non emette CO2 ma fa tanti danni... tecnificazione del paesaggio... estetici... ambientali... economici... E ciò ch'è peggio è che non dà nemmeno ciò che promette, visto che per ragioni tecniche, politiche, culturali... non fa diminuire di una virgola le emissioni in atmosfera....


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Grazie a te! Per la condivisione e il sostegno...
Credo potremo fare poco... i parchi sono già in costruzione...
Però è importante informare... che almeno la gente sappia....


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Chiamatela, se volete, "sindrome Nimby", la mia. Lo è, come lo sono le lotte della Val di Susa (No TAV), di Vicenza (No Dal Molin), di Chiaiano (contro discariche ed inceneritori). Lo è, e non ci vedo nulla di male se significa cura, "presa in carico", del proprio territorio.
Non: "non fatelo qui ma fatelo altrove", bensì: "non fatelo qui né altrove". Ovvero, solidarietà con chi ovunque combatte le stesse battaglie.
Dalla dialettica tra diverse, ma non contrapposte, "difese dei territori" si prende consapevolezza condivisa e solidale dei danni di certo "sviluppismo", sempre calato dall'alto, imposto per ragioni di business. Si impara a decidere e capire, a non delegare.
Anche nella vicenda dei rifiuti napoletani, si riscontrano le stesse contraddizioni e luoghi comuni. Intanto, pubblico un intervento di Zanotelli, poi ne parliamo.

Difendendo l'eolico, mi scrivono: ti preoccupi di salvare i soprammobili (il paesaggio) quando la casa tutta brucia (tracollo climatico ambientale del Pianeta). Rispondo: volete spegnere l'incendio con un ditale pieno d'acqua (eolico), e, per giunta, dandolo in mano agli incendiari (speculatori, multinazionali), quando sarebbe infinitamente più proficuo chiudere il gas (ridurre drasticamente i consumi).
Ma non si adottano politiche di risparmio energetico, le uniche che consentirebbero di dimezzare, o forse più, e a costo zero, sperpero di risorse, emissioni e inquinamenti (ed anche guerre ed ingiustizie planetarie), semplicemente perché sarebbero l'unica soluzione (e l'unica efficace) che non permette a lorsignori di riempirsi le tasche. Su tutte le altre sono possibilisti (nucleare, carbone, gas, petrolio, "rinnovabili"), purché ci possano speculare sopra.
A noi, sta di decidere se continuare ad essere complici di questa "gaia danza della morte e del commercio" (Joseph Conrad), o se contrapporre una politica e una lotta che metta al centro la qualità della vita delle persone, delle popolazioni povere, delle generazioni future, la difesa dell'ambiente, di piante e animali, la vita del Pianeta e nel Pianeta.
Ma "non possiamo usare gli attrezzi del padrone per smantellare la casa del padrone" (Audre Lorde), ovvero, non dobbiamo usare gli stessi meccanismi speculatori, prevaricatori, violenti che usano "la politica" e "il capitale" per imporre la loro unica legge.
L'eolico, oltrettutto, è "un cauterio su una gamba di legno" (Jack London), che, ammesso abbia potenzialità, ma, ahimé, sono molto limitate, le perde se viene, come viene, "applicato" in chiave speculativa e "sviluppista".
La strada migliore è sempre quella del risparmio, della riduzione dei consumi, della sobrietà, della cura del territorio. Gli spazi per un miglioramento in questa direzione sono enormi. Quanto le forze necessarie a realizzarlo.
Per questo varrebbe la pena di spendersi. Non per appestare il paesaggio o la gente.
L'unica energia pulita è quella che non c'è bisogno di produrre.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non banda bene, tottu anda male. E tando como gherramus tott'impare



Arziati entu...e surva cummente mai ha'survatu
Entula! Entula su pruere anticu
Inferkittu in su coro de sos pessamentos
Poter gai incrinare s'iskina a sos ki han fattu lezze
Su disisperu e su dolore de s'animu sinzeru.


Grazie Sandro, per quello che fai. Con passione, intelligenza, arguzia.